La storia delle distillerie Poli iniziò nel 1898 in un’osteria a Schiavon in Provincia di Vicenza ad opera di GioBatta, bis nonno degli attuali titolari, che con il suo alambicco trainato da un carretto distillava le vinacce raccolte nelle fattorie della pedemontana veneta, culla della grappa. Oggi l’azienda è alla sua quarta generazione e si è evoluta negli anni integrando cura e rispetto della tradizione con ricerca e innovazione che hanno portato l’arte della distillazione ai giorni nostri. Dall’alambicco mobile, si è passati a vari ampliamenti di impianti ben dimensionati del nonno Giovanni, fino all’ultimo istallato poi da Jacopo Poli nel 1983 che conta 12 caldaie in rame riscaldate a vapore fluente, secondo un metodo artigianale e discontinuo, ideale per la lavorazione delle vinacce rosse. Se a questo aggiungiamo i progetti sviluppati con l’Istituto Agrario San Michele all’Adige e l’Università di Trento nel 2003 per produrre un innovativo alambicco a bagnomaria operante sottovuoto, abbiamo una misura del legame e del valore che questa famiglia ha creato sul territorio, alimentando e sviluppando tradizioni antiche fino ad oggi.
La storia dell’Amaro Vaca Mora è legato all’apertura dell’Osteria “Al Cappello” da parte di GioBatta Poli nel 1885 nei pressi della stazione ferroviaria di Schiavon, che era uno dei primi paesini che si incontravano per andare verso Vicenza dall’Altopiano di Asiago, tratta interessata in quegli anni da un fervido sviluppo industriale. Da lì a poco davanti l’Osteria arrivò il tanto atteso trenino a vapore Vaca Mora, vacca nera in dialetto, e nell’attesa passeggeri e talvolta il macchinista sorseggiavano quell’amaro preparato artigianalmente nel locale mettendo in infusione erbe, bucce di agrumi e radici. Qualche goccio più tardi nel 1898 in quell’Osteria nacquero le Distillerie Poli.